Tuesday, December 28, 2010

Il "valore" di un miracolo

Dev' essere che a Jessica Hausner piace lasciare il fato delle sue protagoniste in sospeso: succedeva così in Hotel e succede così anche in Lourdes con un finale, molto bello, ma che lascia tanti (e giusti) dubbi ed interrogativi. Non potrebbe essere diversamente per un film che sceglie di affrontare tematiche come la fede, i miracoli e i luoghi di pellegrinaggio, mantenendo una posizione assolutamente neutrale. La Hausner, con un distacco che definirei esemplare, racconta quanto accade durante un pellegrinaggio a Lourdes ad una giovane donna costretta sulla sedia a rotelle a causa di una forma avanzata di distrofia muscolare, e pone così lo spettatore nella posizione di riflettere, non soltanto su quanto accade (assistiamo davvero ad un miracolo?) ma sui limiti stessi della Fede che, nel chiedere al credente di accettare il Mistero, non sa fornire risposte a tutte quelle domande che spinte da paura, invidia e rabbia emergono con forza anche dai più spessi gusci di devozione. Il miracolo in questo caso rappresenta la risposta tanto desiderata, la conferma che esiste un potere più grande che veglia su di noi, che non siamo abbandonati a noi stessi. Luoghi come Lourdes sono diventati metà continua di pellegrinaggi per tutti coloro che spinti spesso dalla disperazione, sperano che il loro atto di fede sia ricompensato proprio con un miracolo. Ed è in questi stessi luoghi che il miracolo, non soltanto è sottoposto allo scetticismo scientifico, ma utilizzato come pubblicità, come qualcosa da vendere ai fedeli neanche si trattasse di una qualsiasi meta turistica. La Hausner, si diceva in apertura, racconta tutto questo senza giudicare. A tutti gli altri il compito di tirare le somme ed arrivare alle proprie conclusioni.

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