Tuesday, January 18, 2011

Over the "torture porn" and beyond

A Serbian Film di Srđan Spasojević è una pellicola della quale, in bene o in male, bisogna parlare. Sia per esorcizzarne in qualche modo la visione, sia per raccogliere le idee e tirare le somme su di un film che sembra voler seguire una strada precisa ma che non riesce ad arrivare completamente a destinazione forse perché, il messaggio che si vuole comunicare, non è abbastanza forte da stare al passo con tutto quello che gli occhi e lo stomaco dello spettatore devono sopportare. E non è certo poco considerato che il regista va oltre il torture porn mentre trascina il suo protagonista (e noi inevitabilmente con lui) in una spirale di violenza e brutalità, in un susseguirsi ininterrotto che si fa escalation e che sembra trovare fine in un fuoricampo (uno dei pochi che il film ci concede) subito interrotto dall' ennesimo calcio sulle palle che incassiamo e di cui accusiamo gli effetti nei titoli di coda ma anche dopo. Ed è il dopo che bisogna prendere in considerazione per capire cosa resta del film, per capire fino a che punto arriva la gratuità e l'esplicità delle immagini e dove inizia la riflessione sul Paese che fa da sfondo alle vicende. A Serbian Film è un film serbo che parla della Serbia, ne fa un ritratto sociale sporco, cattivo. Una nazione malata di un male che nasce dal' alto ma che arriva fino al' interno dei nuclei familiari distruggendoli, facendo affogare nel sangue (e nello sperma) le speranze di riscattare il proprio futuro. Tutto questo però rimane un background abbastanza piatto a cui Spasojević non riesce a dare la giusta forza ed alla fine è come cercare di ascoltare una voce indistinta in mezzo ad una folla urlante. Rimangono dei dubbi insomma, per un film che al di la di un impianto narrativo solido, sembra voler mettere alla prova prima di tutto la sopportazione dello spettatore al di sopra di ogni altra, voluta o non voluta, intenzione.

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