Tuesday, April 05, 2011

BORIS, la "fuori" serie che arriva al cinema

Esaurito il suo percorso televisivo dopo tre splendide stagioni, a Boris non rimanevano che due scelte: mantenere il suo status di cult e continuare a vivere di repliche televisive e dvd, o tentare il colpaccio e puntare al grande schermo. Per quanto si possa aver amato quella che può essere considerata la migliore produzione seriale italiana degli ultimi anni, era legittimo avanzare qualche dubbio su di un' operazione di "migrazione" verso il cinema che assomigliava tanto ad una scommessa rischiosa. Eppure Ciarrapico, Torre e Vendruscolo riescono a vincere questa scommessa dimostrando che, quella di diventare un film, fosse la naturale evoluzione di una serie come Boris. Un qualcosa che si riflette anche nel personaggio di Reneé Ferretti, pronto a lasciarsi alle spalle lo squallore delle fiction per approdare alla sua prima regia importante con l'adattamento cinematografico del libro di Stella e Rizzo "La Casta". Quello che rende Boris - Il Film un' opera decisamente riuscita è certamente il fatto di aver mantenuto intatta la struttura della serie senza però dare l' impressione di aver gonfiato lo script di un episodio, ma di aver lavorato ad una sceneggiatura intelligente e compiuta. A rimanere inalterato è anche quel "feeling" che si era instaurato durante la tre stagioni, quello tra il pubblico ed i personaggi, a volte così sopra le righe eppure veri e reali. E lo stesso dicasi per una comicità in grado di raccontare in una maniera quasi parodistica quella che però è la realtà fin troppo tangibile che sta dietro il processo produttivo delle fiction spazzatura. Rapportando tutto ad una dimensione cinematografica il discorso non cambia: Boris racconta, regalando tante e sincere risate, un mercato del cinema che ha reso la settima arte sottomessa ad un businnes che tronca le aspirazioni artistiche in favore di facili guadagni e che ha (dis)educato un pubblico rendendolo un assuefatto consumatore della becera comicità dei cinepanettoni. Anche il finale, un finto happy ending che si rivela un rassegnato "what if", non nasconde dietro la comicità un retrogusto amarissimo. La brutta fiction è qualcosa di terribile, ma il brutto cinema, forse, è anche peggio.

5 comments:

Abel said...

Concordo con la tua analisi che è pressochè uguale alla mia scritta nel mio ultimo post. Non era per nulla facile e il rischio di fallire era parecchio elevato. Per fortuna son riusciti a confezionare un gran prodotto..

Pupottina said...

non so se lo vedrò... già la serie, non era molto il mio genere...
buon proseguimento ^________^

Weltall said...

@Abel: la cosa che ho notato leggendo un po' in giro è proprio un pensiero comune sulla riuscita di questa operazione senza perdere tutto ciò che di buono aveva la serie. Davvero un' ottima cosa ^^

@Pupottina: se già la serie non faceva per te allora non credo che farà per te neanche il film ^^
Saluti ^^

Rosuen said...

La paura che potesse avere un risultato scadente c'era di sicuro, ma dopo la visione ogni remora è svanita ^_^ BELLISSIMO!

Weltall said...

@Rosuen: brava! E' proprio così ^^