Tuesday, April 12, 2011

Ritorno in reparto

Nello spietato gioco delle aspettative, The Ward non poteva che trovarsi con una mano, se non proprio perdente, senza ombra di dubbio decisamente brutta. Voglio dire, dopo un' attesa durata dieci anni il ritorno dietro la macchina da presa di un maestro come John Carpenter, finalmente impegnato in un nuovo lungometraggio dopo i fugaci ma importanti contributi alla serie Masters of Horror, ha assunto quasi la portata di un evento epocale. Ecco, se sederci al buio di una sala per gustarci sul grande schermo l' ultimo fatica del regista americano E' di per se un evento, per il resto The Ward punta decisamente più in basso. Carpenter si trova a lavorare su di una sceneggiatura scritta dai fratelli Rasmussen, che, a voler essere buoni, sembra quasi un "bignami" del cinema di genere dell' ultima decade. Non manca nulla, se non un briciolo di originalità, dal thriller psicologico alla ghost story fino ad assaggi di torture porn. Ora, se dovessimo basarci unicamente sul "già visto" per giudicare un film, specialmente quando rientra in un genere inflazionatissimo come l' horror, in pochi davvero riuscirebbero a salvarsi da una implacabile bocciatura. Ma a volte, è il caso di The Ward non fa certo eccezione, bisogna tenere attentamente in considerazione il modo in cui, anche una storia non esattamente "nuova", viene portata sullo schermo. Ed è qui che un "veterano" come Carpenter fa la differenza riuscendo a raggiungere il primo obiettivo prepostosi con un progetto low budget come questo: fare paura. Ed al di la di quei momentacci dove sono gli effetti sonori e le apparizioni improvvise a fare tutto il lavoro, Carpenter riesce con la sua regia a caricare di tensione ogni sequenza, a far percepire la minaccia che si nasconde nelle stanze e nei corridoi dell' ospedale psichiatrico dove viene rinchiusa la protagonista, minaccia che, per il modo in cui ne viene celata l' identità, riporta alla memoria (alla lontana, intendiamoci) i lavori più noti del regista. Che sia ben chiaro però che in The Ward non emerge il Carpenter "autore" che tutti avrebbero voluto. C'è comunque un grande regista che non ha perso il suo smalto, ancora in grado di confezionare all' occorrenza un buon film di genere.

3 comments:

Pupottina said...

master of horror la seguo e mi piace ad episodi alterni...
è vero che il genere horror è inflazionato. non sempre i grandi riescono a mantenere il livello soprattutto se confezionano film low budget. ti saprò dire quando l'ho visto ... potrebbe piacermi

curiositizen said...

cavoli, me l'hanno tolto prima che riuscissi a vederlo. Lo recupererò. Certo che un maestro come Carpenter... incredibile che non riesca a mettere le mani su una sceneggiatura degna del suo nome. ciao, c

Weltall said...

@Pupottina: l' episodio di Carpenter, nella prima serie, è Cigarette Burnes, forse il più bello insieme a quello di Miike Imprint
Fammi sapere quando vedrai il film ^^

@curiositizen: eh già! Chissà se dipende dal fatto di essere rimasto fuori dal giro troppo a lungo...comunque l' episodio dei Masters of Horror che citavo prima, dimostra che ci sa ancora fare quando ha per le mani il giusto soggetto ^^