Tuesday, November 15, 2011

HOW'S YOUR THIRST FOR ADVENTURE?

Indiana Jones avrà per sempre un posto speciale nel cuore di tantissimi cinefili ma non solo. A parte un quarto episodio discusso o discutibile quanto volete ma irresistibilmente nostalgico, sembra giunto il momento per l' archeologo più famoso di tutti i tempi di appendere cappello e frusta al chiodo e godersi una più che meritata pensione. Lo stesso Spielberg, in uno straordinario team-up produttivo con Peter Jackson (ma i nomi coinvolti vedono anche Edgar Wright alla sceneggiatura), trova il personaggio che potrebbe a pieno titolo raccoglierne l' eredità: capelli color rame, ciuffo ribelle, cagnolino sempre al seguito ed una spiccata curiosità per il mistero che lo rende uno dei più famosi reporter/investigatori in circolazione. Dalle pagine del fumetto vintage di Hergè, Tintin rinasce sul grande schermo nella sua reincarnazione tecnicamente più moderna e avanzata. Che possa piacere o meno infatti (a chi vi scrive non ha mai fatto impazzire più di tanto come forma d'animazione) la performance motion capture ha fatto passi da gigante nel corso degli anni con risultati fino ad oggi non sempre convincenti. Eppure il livello qualitativo raggiunto con Le Avventure di Tintin ha dello sbalorditivo ed è qualcosa che si percepisce fin dalle prime sequenze nel mercatino. Ma quello che fa particolarmente piacere è vedere Spielberg sfruttare tutte le potenzialità di questa tecnolgia per dare sfogo al suo estro registico come non gli si vedeva fare da un po' di tempo ed il risultato è, spesso e volentieri, da occhi spalancati dalla meraviglia (vedere il piano sequenza dell' inseguimento in sidecar per credere). Ad andare a cercare il pelo nell' uovo si può facilmente additare Tintin come un film poco profondo dove tutto rimane in superficie, dove è solo la storia ed i suoi risvolti misteriosi a svilupparsi e non tanto i personaggi che la animano. Ma sarebbe un errore focalizzarsi solo su questo. Si rischierebbe infatti di lasciarsi portare sulla strada sbagliata e di perdere il contatto con quello che risulta essere un solidissimo film d'avventura come non se ne vedevano da tanto, troppo tempo. Tipo da L' Ultima Crociata, per dirne una.

Recensione già pubblicata su CINE20.

2 comments:

dreca said...

e questo me lo segno ;-)

Weltall said...

@dreca: da recuperare assolutamente ^^