Wednesday, October 31, 2012

CINE20 - 73^ PUNTATA


Dolcetto o scherzetto? E' la notte di Halloween. Perchè allora non recuperare qualche bel horror, magari un classico a tema proprio come Halloween di John Carpenter.
Se invece non avete nessuna intenzione di rimanere a casa o di uscire mascherati, in sala trovate 007 Skyfall, 23° Bond movie che arriva proprio per il cinquantenario del personaggio al cinema. Si segnala inoltre, solo per il 6 novembre, il nuovo film di Goro Miyazaki "La Collina dei Papaveri".
Online qui.


Tuesday, October 30, 2012

"It takes courage to hold on to happiness"

Momoko vive con il padre e con la nonna in un piccolo paese che le va proprio stretto. Quando può si reca a Tokyo per comprare i vestiti nel suo negozio preferito ma, siccome i soldi non bastano mai, inizia a vendere su internet oggetti di abbigliamento contraffatti di proprietà del padre, ex yakuza fallito. E così che conosce Ichigo, coetanea e membro di una banda di bikers tutta al femminile. Kamikaze Girls di Tetsuya Nakashima è un film di apparenze che, come spesso accade, tendono ad essere ingannevoli. La presenza di due attrici ben note al di la dell' ambiente prettamente cinematografico, ed un approccio visivo/narrativo che tanto deve ai manga e agli anime, possono far pensare che, al di la di questa superficie di impatto immediato ed accattivante, ci possa essere poco altro. Niente di più sbagliato. La storia dell' amicizia tra Momoko e Ichigo, seppur trattata principalmente con i toni da commedia surreale, diventa quasi un, seppur limitato, ritratto sociale ricco di luci e ombre: il desiderio di Momoko di vivere la sua vita secondo lo stile Rococò o l' affiliazione di Ichigo ad una banda di ragazze motocicliste, sono in realtà delle maschere indossate, volontariamente o per necessità, per prendere le distanze da una società nella quale chi rimane indietro viene emarginato e schiacciato. Le due protagoniste sono effettivamente delle emarginate ma nelle loro scelte c'è il desiderio di non rimanere imbrigliate in regole e conformismi dettati da altri. Nella sceneggiatura di Nakashima non c'è una volontà critica troppo marcata ma è innegabile la simpatia che il regista prova per le sue protagoniste trasformandole, agli occhi dello spettatore, da outsiders a vere e proprie eroine con le quali non si fatica ad entrare in empatia nonostante siano personaggi estremizzati. E non sono certo loro l' unico elemento che Nakashima porta all' estremo: il mondo in cui si muovono, ad esempio, è un eccentrico ed esagerato tripudio di colori e stili visivi (perfino animati), personaggi al limite della caricatura ed una comicità che sembra uscire direttamente dalle pagine dei fumetti. Ma Kamikaze Girls, nel suo dimostrasi intelligente e riflessivo dietro una facciata irresistibilmente pop, è anche un film che si presta ad una lettura molto più semplice ed immediata perchè racconta, in maniera molto diretta e toccante, di come la diversità diventi motivo d' unione, di come si possa trovare in un altra persona quello che manca per completarci.

Recensione già pubblicata su i-filmsonline.

Monday, October 29, 2012

Criminali ai tempi della crisi

De L' Assassinio di Jesse James per Mano del Codardo Robert Ford è rimasto l' indiscutibile talento di Andrew Dominik che, anche in Cogan, trova il perfetto compromesso audio/visivo con la storia raccontata. Che non è un western. Neanche un po'. Le leggende del west sono sepolte tre metri sotto terra e l' America è andata avanti con i vigliacchi che ce le hanno mandate. E arriviamo ai giorni nostri, tempo di presidenziali americane, McCaine contro Obama, i cittadini portati a scegliere tra il raccogliere la pesante eredità di Bush Jr o puntare al cambiamento. Mentre i loro discorsi assomigliano sempre più ad un indistinto rumore di sottofondo, il Sogno Americano è diventato una promessa fatta con le dita incrociate dietro la schiena in un Paese sull' orlo del fallimento che partorisce solo falliti, figli di una crisi economica che ha colpito tutti, malavita compresa. E' in un mondo così, dove la prigione non è neanche la peggiore delle cose che ti possono capitare, che Frankie e Russel, due sbandati che vivono alla giornata, decidono di accettare un lavoro che prevede la rapina di una bisca clandestina trovandosi braccati dal killer Jackie Cogan, interpretato da un grande Brad Pitt, il cui cinismo è un po' la chiave di lettura dell' intero film. Cogan - Killing Them Softly è un gangster movie dove la critica all' America e alla sua politica (anche e sopratutto economica) non arriva filtrata dalla metafora o da riflessioni insite nel contesto della storia, ma è portata alla nostra attenzione dai discorsi di Bush, McCaine e Obama che fanno capolino dalle radio e dalle televisioni durante tutto il film, una cornice sonora che fa da contrasto al degrado (urbano ed umano) nel quale le vicende sono ambientate. E mentre nelle strade si festeggia la speranza nel cambiamento, la realtà delle cose arriva proprio dalle parole di Cogan, portavoce del disincanto di una intera nazione "l' America è solo affari. E adesso pagami.".

Recensione già pubblicata su CINE20.

Sunday, October 28, 2012

Lyric of the Week + Video / TALKING HEADS - THIS MUST BE THE PLACE



Home is where I want to be
Pick me up and turn me round
I feel numb - burn with a weak heart
(so I) guess I must be having fun
The less we say about it the better
Make it up as we go along
Feet on the ground
Head in the sky
It’s ok I know nothing’s wrong nothing

Hi yo I got plenty of time
Hi yo you got light in your eyes
And you’re standing here beside me
I love the passing of time
Never for money
Always for love
Cover up say goodnight say goodnight

Home is where I want to be
But I guess I’m already there
I come home, she lifted up her wings
Guess that this must be the place
I can’t tell one from another
Did I find you, or you find me?
There was a time before we were born
If someone asks, this where I’ll be where I’ll be

Hi yo we drift in and out
Hi yo sing into my mouth
Out of all tose kinds of people
You got a face with a view
I’m just an animal looking for a home
Share the same space for a minute or two
And you love me till my heart stops
Love me till I’m dead
Eyes that light up, eyes look through you
Cover up the blank spots
Hit me on the head ah ooh

Lyric of the Week + Video / IL TEATRO DEGLI ORRORI - CUORE D' OCEANO (feat. CAPAREZZA)




Ti confido un segreto
a 20 anni ero nudo sul ponte
le onde di fronte e una spinta di dietro
dalla nave mi urlavano muoviti
ma non muovevo un metro
nell'abisso il gelo livido delle alture
non ho mai vinto il mare
per iniziare a nuotare
ho vinto le mie paure
nonostante il buio
e nonostante il vuoto in pancia
chi si tuffa in acqua
mulina le braccia
ed io cosa vuoi che faccia
bevo e sputo
mi dimeno
bevo e sputo
Nulla mi placa
nulla e nessuno nessuno

Tuffati, America del Nord,

tuffati dentro di me
ho il cuore di un oceano
coraggio, vieni a prendermi
Tuffati, America del Nord,
tuffati dentro di me
ho il cuore di un oceano
e placo la mia tempesta 
coi piedi e con la testa
nel ventre della marea

Padre

quando mi hai dato a quella nave
eri positivo ma
se regali tuo figlio al mare
non ti aspettare
che te lo riporti vivo
perché il mare
mi vuole bene
e mi trattiene
nella corrente
nuoto da cani
e come coi cani
mi tiene
con le catene
l'onda preme
come la voglia di riva
io fuggo dal dopoguerra
dalla mia terra
si ma com'è finita
è finita che ingoio alghe e sabbia
orgoglio ed anche rabbia
e sento il ratatatà della mitraglia
l'ammiraglia manda ordini
i fari degli elicotteri
anima pigra
guarda
la mia anima migra con i fenicotteri
e voi contendetevi ciò che rimane
l'inchiesta
l'inchiostro
il mostro
il vostro pane!

Tuffati, America del Nord

tuffati dentro di me
ho il cuore di un oceano
e tu non vieni a prendermi
Tuffati, America del Nord
tuffati dentro di me
nel mio cuore d'oceano
ostaggio della tempesta
che soffoca la mia testa 
nel ventre della marea

Non aspiro 

al regno dei cieli
non aspiro 
a quello degli abissi
voglio solo 
la terra 
chiamala santa
chiamala nuova 
oppure terra promessa
terra di mezzo 
voglio la terra 
e la voglio ferma 
come sono fermo io 
quando 
la notte 
mi gioco la vita
a dadi con il diavolo
non voglio morire 
ma quanti morti in giro
vivono 
e vivrebbero ancora
cosa aspetti? 
tuffati

Tuffati, America del Nord

tuffati dentro di me
ho il cuore di un oceano
coraggio, vieni a prendermi
tuffati, America del Nord
tuffati dentro di me
ho il cuore di un oceano
e placo la mia tempesta 
coi piedi e con la testa
nel ventre della marea
nel ventre della marea
nel ventre della marea
nel ventre della marea...

Thursday, October 25, 2012

CINE20 - 72^ PUNTATA


Il nuovo film di Andrew Dominik, Cogan - Killing Them Softly, non delude, anzi!
Sarà così anche per il nuovo di Haneke in uscita da oggi? Speriamo!
Poco altro da segnalare per il weekend pre-Halloween se non The Possession o, 
su segnalazione del sempre attentissimo Kusanagise volete fare un tuffo nel passato alcune sale selezionate ripropongono il Rocky Horror Picture Show.
Nei negozi trovate la riuscita commedia 21 Jump Street.
Che altro? Nient'altro. Ma venite a leggerci qui.


Tuesday, October 23, 2012

(WILSON) YIP prima di IP (MAN)

In una Hong Kong di fine millennio, i poliziotti Brian e Mark si trovano ad affrontare una banda di sanguinari rapinatori. Dopo aver ricevuto una soffiata da un informatore, decidono di organizzare un appostamento e si stabiliscono a casa di un' anziana signora che sulle prime sarà contraria ad accogliere questi ospiti “forzati” ma poi finirà per confonderli con i nipoti che non vede da anni. Bullets Over Summer appare fin dai primi minuti come il più classico “buddy movie” hollywoodiano, elemento sottolineato dal rapporto complice/conflittuale tra i due protagonisti diversi in grado ed esperienza, più assimilabile a quello genitore e figlio piuttosto che maestro e allievo. L' interazione tra Brian e Mark è alla base della vena comica del film, supportata dall' entrata in scena dell' anziana signora la cui demenza senile porta una coppia di sbirri a diventare parte di una improbabile famiglia allargata. In maniera quasi impercettibile, il poliziesco imbocca binari quasi surreali ma la matrice noir del cinema di Hong Kong non si fa attendere ed esplode nuovamente in un finale che non risparmia anche toni violenti e drammatici. La natura a basso budget del progetto, evidente e di certo non celata, non appare come un limite per un regista come Yip che cerca di tirare fuori il massimo anche con mezzi limitati, facendo leva sul proprio estro ed inventiva: la sequenza della bombola di gas fatta esplodere nel corridoio, ad esempio, è di grande effetto anche se un po' troppo posticcia, e la stessa idea sarà ripresa anni più tardi, con altri risultati, da Johnnie To nel suo Breaking News. Con questo non si vuole sott’ intendere che Yip sia arrivato ad ispirare perfino un gigante come To ma più che altro si cerca di mettere in evidenza un talento innegabile che ha ricevuto il riconoscimento del grande pubblico solo in tempi recenti con Ip Man ed il suo seguito. Nella sua ultra ventennale carriera infatti, il regista hongkonghese mai era riuscito a sbancare il botteghino, ottenendo però una certa notorietà e vari consensi di critica anche al di fuori dei confini nazionali. Il motivo è da ricercarsi certamente in un cinema molto personale anche a livello di scrittura, quasi sempre di Yip anche quella, dove spazia tra i generi o ne confonde ed intreccia le coordinate. Superfluo dire che, per comprendere la portata di quanto poco sopra scritto, Bullets Over Summer è il film perfetto al quale fare riferimento.

Recensione già pubblicata su i-filmsonline.

Monday, October 22, 2012

"The world is sick. And we are the doctors."

Quando si parla di cinema di genere si rischia spesso di equivocare il concetto di B-movie, utilizzato come etichetta negativa ma che invece sta a indicare quei film che, seppur limitati da un punto di vista produttivo, non lo sono per quel che riguarda le idee, la realizzazione o la qualità in senso generale. Come Hollywood insegna infatti, i film di "serie A", quelli fantascientifici nel caso specifico, sono nella stra grande maggioranza uno sfoggio di grandiosi effetti speciali fini a se stessi e poco altro. E' con estremo piacere che si accoglie perciò un piccolo film come Iron Sky, produzione a basso budget (parte del quale raccolto attraverso donazioni via web) targata Finlandia / Germania / Australia che non ha la presunzione di rivaleggiare in spettacolarità con i colossi delle major ma si pone a metà strada tra il cinema di puro intrattenimento e quello dell' inventiva e delle idee, con quella peculiare libertà di espressione tipica delle produzioni indipendenti. Ecco quindi che il regista Timo Vuorensola ci porta nell' anno 2018 mentre il Presidente degli Stati Uniti (figura ricalcata su quella di Sarah Palin) lavora alla campagna per la sua rielezione mandando il primo uomo di colore sulla Luna. Ed è sul suolo lunare che si fa una scoperta sconcertante: i nazisti, sconfitti al termine della Seconda Guerra Mondiale, sono fuggiti con un razzo sulla Luna nascondendosi nel suo lato scuro e preparando nel corso degli anni il loro ritorno sulla Terra. Iron Sky cita, con una brillante vena ironica proprio quel cinema sci-fi/catastrofico al quale si accoda, sostituendo l' epicità e la retorica dei grandi blockbuster hollywoodiani con la satira: gli invasori, inadeguato residuato post bellico del partito nazional popolare con lo sviluppo tecnologico da fantascienza degli anni' 60, si dimostrano nient' altro che un contrattempo anacronistico nella corsa per accaparrarsi nuove risorse energetiche e per quella agli armamenti delle grandi potenze della Terra, nonché una grande fonte d' ispirazione per la campagna elettorale del Presidente americano uscente. Il film di Vuorensola attacca senza sconti il sistema politico americano ed in particolar modo quello che riguarda le discutibili campagne belliche condotte dal secondo dopo guerra fino ad oggi, ribaltando, con una comicità brillante e dissacrante, i canoni stessi del cinema "d' invasione" arrivando alla conclusione che, la vera minaccia per il pianeta, non deve necessariamente arrivare dallo spazio.

Sunday, October 21, 2012

Lyric of the Week + Video / QUEEN - FLASH



Flash a-ah 
Savior of the Universe 
Flash 
He save everyone of us 
Flash 
He's a miracle 
Flash 
King of the impossible 

He's for everyone of us 
Stand for everyone of us 
He save with a mighty hand 
Every man every woman 
Every chill-he's a mighty 
Flash 

Just a man 
With a man's courage 
Nothing but a man 
But he can never fail 
No-one but the pure at heart 
May find the Golden Grail

Thursday, October 18, 2012

CINE20 - 71^ PUNTATA


Iron Sky: entusiasmo ingiustificato? Noi crediamo di no ed il buon Kusanagi ci spiega come e perchè.
In sala c'è qualche commedia per gli amanti del genere ma a farla da padrone (almeno per chi vi scrive) è il nuovo film di Andrew Dominik, Cogan - Killing Them Softly.
E' già uscito da una settimana abbondante, ma ne parliamo solo adesso, Hunger Games per l' home video in ricchissime edizioni dvd e bluray.
Ne parliamo in maniera piuttosto completa qui.

Tuesday, October 16, 2012

Go Nagai attraverso Hideaki Anno

Nata dalle matite di Go Nagai, Cutie Honey ha avuto nel corso degli anni, dal '73 fino agli anni 2000, molteplici incarnazioni, dal manga all' anime, fino al live-action ad opera di uno dei registi giapponesi più importanti del cinema moderno, Hideaki Anno. E' bene subito chiarire che questo film è molto distante dalle sue opere precedenti, come Love & Pop, Shiki-Jitsu o il suo anime capolavoro Neon Genesis Evangelion, e non solo a livello di tematiche: uscito nelle sale nipponiche nel 2004, Cutie Honey è un film a suo modo sperimentale che anticipa di qualche anno quanto fatto da Takashi Miike con il live action di Yattaman, un tentativo di portare il linguaggio e le dinamiche tipiche dell' animazione all 'interno di un film con attori in carne ed ossa. Un mix riuscito, non senza qualche sbavatura, ma che colpisce per uno stile coloratissimo e con soluzioni visive che arrivano fino alla totale e riuscita ibridatura tra live action e animazione durante i combattimenti, dove la protagonista si esibisce nei suoi attacchi speciali. Per il resto, Anno propone la storia della procace eroina rifacendosi il più possibile all' originale piuttosto che alle trasposizioni successive, spingendo molto sul lato comico e smorzando i toni violenti ed erotici del manga, senza rinunciare però ad una buona dose di inquadrature "fan-service" tutte dedicate alla bella attrice Eriko Sato.

Monday, October 15, 2012

"Oh, come on! I don't sound *that* much like Peter Griffin!"

Davvero Seth McFarlane ha bisogno di presentazioni? Davvero c'è ancora qualcuno che non consce il creatore di tre serie animate, tutt' oggi trasmesse dall' emittente americana Fox, la più vecchia delle quali, Family Guy (I Griffin qua da noi) è riuscita a fare quel che neanche South Park era riuscita a fare, e cioè spodestare i Simpson e far si che fossero i "gialli" a seguire le orme e non viceversa? Sembra impossibile. Eppure è proprio grazie al successo delle sue produzioni se McFarlane ha potuto esordire sul grande schermo con un film "live" action il cui "patrimonio genetico televisivo" si manifesta nel personaggio di Ted, un teddy bear parlante che da anche il titolo alla pellicola. Tutta ha inizio una fredda mattina di Natale in una cittadina nella provincia di Boston quando John, un bambino con difficoltà a fare amicizia, riceve come regalo un orsacchiotto di peluches al quale si affeziona profondamente fino a desiderare che quest' ultimo possa prendere vita e parlare con lui. Cosa che alla fine succede siglando con la magia un legame d' amicizia tra i due davvero profondo. Mettendo da parte tutte le risate (sincere e numerose) e la simpatia che possiamo provare per Seth McFarlane e per la sua nuova creatura (alla quale, come di consueto, presta pure la voce), Ted soffre di oggettivi problemi in ambito di sceneggiatura dove, ad un intelligente rivoluzione nel narrare la più classica delle favole, non corrisponde una scrittura all' altezza. Con questo non si vuole dire che sia mediocre ma fin troppo standardizzata e prevedibile, ad esempio, nello sviluppare i rapporti tra i personaggi in una progressione che va dall' idillio, alla rottura fino alla riappacificazione (e questo vale sia per John e Ted che per John e la fidanzata Lori). Ma si è disposti a chiudere anche tutti e due gli occhi se il resto è intriso dell' inconfondibile "McFarlane style", un umorismo politicamente scorett(issim)o che non risparmia nessuno, dagli ebrei all' 11 settembre, e un gusto per la citazione che sembra rivolgersi, anche con un certo piglio nostalgico, ai trentenni di oggi. Il tutto crea un alchimia sorprendente che non può che elevare il film di McFarlane ad una delle migliori commedie (con deriva demenziale) più riuscite degli ultimi anni, trovando in Ted, e nel contrasto tra il suo aspetto ed il suo comportamento, un personaggio pressoché perfetto che non si può fare a meno di amare.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Sunday, October 14, 2012

Lyric of the Week + Video / NEIL PATRICK HARRIS - MY FREEZE RAY (DR HORRIBLE'S SING-ALONG BLOG OST)



Laundry Day. See you there.
Underthings...tum-b-ling.

Wanna say "Love your hair."
Here I go (mmmrrhhrr) mum-b-ling.

With my freeze ray I will stop - the world.
With my freeze ray I will find the time to find the words to

Tell you how. How you make.
Make me feel. What's the phrase?

Like a fool. Kinda sick.
Special needs. Anyways.

With my freeze ray I will stop - the pain.
It's not a death ray or an ice beam, that's all Johnny Snow.

I just think you need time to know
That I'm the guy to make it real.
The feelings you don't dare to feel.
I'll bend the world to our will
And we'll make Time stand ... sti - ll.

That's the plan. Rule the world.
You and me. Any day.
Love your hair. (What? No, I, I, I love the air.) Anyway.

With my freeze ray I will stop*

Thursday, October 11, 2012

CINE20 - 70^ PUNTATA


Raggiunta la sua 70^ puntata, CINE20 si adatta alle uscite cinematografiche italiane spostando la pubblicazione da venerdì a giovedì. E tra Killer Joe, ParaNorman e Iron Sky, c'è anche l' imbarazzo della scelta su cosa andare a vedere in sala.
In sede di recensioni parliamo del (riuscitissimo) Ted, mentre potete recuperare l' ultimo documentario di Herzog, Cave of Forgotten Dreams, in dvd e bluray.
Online qui.

Wednesday, October 10, 2012

TRUE BLOOD - SEASON 05 -


TITOLO ORIGINALE: TRUE BLOOD
TITOLO ITALIANO: TRUE BLOOD
NUMERO EPISODI: 12


-TRAMA-
Nella quantità di trame lasciate in sospeso ricordiamo: Bill e Erik si ribellano all' Autorità. Sookie uccide la fidanzata di Alcide per vendicare Tara. Jason riceve una visita inaspettata. Arlene viene messa in guardia sul suo attuale marito dal fantasma del suo psicopatico ex. 


-COMMENTO-
Alzi la mano chi segue ancora True Blood. Forza, non vergognatevi, che tanto lo so che siete in tanti a non aver abbandonato la serie nonostante la deriva che ha preso a partire dalla terza stagione. E se non lo avete fatto vuol dire che, come me, avete tacitamente accettato il "supernatural circus" in cui si è trasformata in breve tempo la cittadina di Bon Temps, teatro di trame e sottotrame che gli sceneggiatori non si trattengono certo dal raccontare. Ed anche questa quinta stagione, con i canonici 12 episodi, racconta qualcosa di ogni personaggio seguendo in parallelo almeno cinque storie, inclusa quella che dovrebbe essere la principale, il fulcro narrativo portante, sempre che si possa ancora parlare in questi termini. Tutta questa quantità di materiale nasce unicamente dal fatto che True Blood è come il maiale, non si butta via proprio niente, e perfino personaggi abbandonati da tre stagioni vengono recuperati se hanno ancora qualche cartuccia da sparare. Certo, di alcuni non riusciamo proprio a liberarci (vedi Tara) e altri fanno la loro uscita da sfigati (vedi il povero Hoyt). Di alcuni applaudiamo il ritorno (Russel Edginton!!!) di altri ci siamo anche un po' stufati (Sookie e Bill). Davvero inutile soffermarci sulla qualità di quanto raccontato, è un parametro che non si può più usare per giudicare True Blood, ma quel che ci interessa sono quanti "what the...?" riesce a strapparci nel corso di una stagione e, anche in questa, sono tanti ed iniziano fin dal primo episodio. E pare che nella sesta (perchè ci sarà una sesta, che credevate?) entri nel cast anche Rutger Hauer (waht the...?) ed io già mi prenoto.

-DVD/BLURAY-
Ancora nessuna nuova sull' uscite del cofanetto R2 della quinta stagione.

Monday, October 08, 2012

REALTA' E REALITY

Luciano Ciotola, marito e padre di tre figli, pescivendolo di professione, truffatore per arrotondare, spinto dai suoi parenti decide di fare i provini per il Grande Fratello finendo per auto convincersi di essere un candidato ideale per la trasmissione. La convinzione finisce per trasformarsi in ossessione tanto da portare Luciano a credere di essere costantemente osservato dalla televisione. Reality è un film che racconta con grande lucidità un Paese ed una società dove si cerca di fuggire dalla normalità, dalla miseria, dai sacrifici, cercando unicamente delle scorciatoie rappresentate in questo caso del Grande Fratello, incubo/sogno mediatico che porta, a pochi fortunati, un successo tanto rapido quanto effimero. Così l' uomo qualunque, che si distingue dalla massa grazie alla tv e può permettersi di andare via in elicottero da una festa di matrimonio, si contrappone a quello dell' uomo che si carica sulle spalle un parente disabile per salire le scale di un palazzo di periferia a Napoli. Garrone, con una regia "immersiva" ed incisiva tanto quanto quella di Gomorra, ci mostra così due realtà prima scisse ma che pian piano, agli occhi del protagonista, si confondono tra loro finendo per essere sublimate dall' artificiale e dal fittizio mondo televisivo. La grande forza del film sta proprio nella riflessione, attraverso l' ambiguo rimbalzare tra ciò che è reale e ciò che non lo è,  su quanto siamo diventati una società vittima di falsi miti, alla ricerca di una realizzazione personale spesso e volentieri frustrata. Una società alienata dove un nessuno qualsiasi è disposto a diventare un nessuno ma con un volto popolare, un po' come il povero Luciano che, perso completamente il contatto con la sua vita, si lascia inghiottire tra le mura del suo Sogno in un finale molto lontano dall' essere anche minimamente consolatorio. Ci consola invece vedere confermato un grande regista come Matteo Garrone che con il suo Reality dimostra che in Italia ci sono i nomi per fare del grande cinema di respiro internazionale.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Sunday, October 07, 2012

Lyric of the Week + Video / FIRST AID KIT - WOLF




Wolf mother, where you been?
You look so worn, so thin
You're a taker, devil's maker
Let me hear you sing, hey ya hey ya

Wolf father, at the door
You don't smile anymore
You're a drifter, shapeshifter
Let me see you run, hey ya hey ya

Holy light, oh, burn the night, oh keep the spirits strong
Watch it grow, child of wolf
Keep holdin' on

When I run through the deep dark forest long after this begun
Where the sun would set, trees were dead and the rivers were none
And I hope for a trace to lead me back home from this place
But there was no sound, there was only me and my disgrace

Hey, Hey-Hey, Hey, Hey
Hey, Hey-Hey, Hey, Hey
Hey, Hey-Hey, Hey, Hey
Hey, Hey-Hey, Hey, Ya.

Wolf mother, where you been?
You look so worn, so thin
You're a taken, devil's maker
Let me hear you say, hey ya hey ya

Wolf father, at the door
You don't smile anymore
You're a drifter, shapeshifter
Let me see you run, hey ya hey ya

Wayward winds, the voice that sings of a forgotten land
See it fall, child of wolf
Lend a mending hand

When I run through the deep dark forest long after this begun
Where the sun would set, trees were dead and the rivers were none
And I hope for a trace to lead me back home from this place
But there was no sound, there was only me and my disgrace

Hey, Hey-Hey, Hey, Hey
Hey, Hey-Hey, Hey, Hey
Hey, Hey-Hey, Hey, Hey
Hey, Hey-Hey, Hey, Ya.

Friday, October 05, 2012

CINE20 - 69^ PUNTATA


Da questa settimana CINE20 ritorna ad essere una rubrica a "due voci" ed è perciò con grande piacere che si annuncia l' inizio della collaborazione con l' amico blogger Kusanagi da lavitaenientaltro. Portano la sua firma le news cinematografiche della settimana, dalle quali spicca Ted di Seth McFarlane, e la rece della commedia The Five Year Engagement. Ma c'è anche quella su Reality di Matteo Garrone e le uscite home video con l 'attesissimo Quella Casa Nel Bosco.
Siamo online qui. Leggeteci!

Tuesday, October 02, 2012

FRINGE - SEASON 04

TITOLO ORIGINALE: FRINGE
TITOLO ITALIANO: FRINGE
NUMERO EPISODI: 22


-TRAMA-
Dopo essersi sacrificato per salvare due mondi, nessuno sembra più ricordarsi di Peter. Le due realtà, arrivate quasi sul piede di guerra, sembrano invece aver trovato dei punti d' incontro.


-COMMENTO-
Se non siete dei fan di Fringe dell' ultima ora, saprete bene dell' andamento generale della serie, sopratutto dal punto di vista degli ascolti. Nonostante una qualità che personalmente ritengo innegabile, la serie prodotta da J.J. Abrams non ha fatto presa sul grande pubblico e pertanto è sempre stata a rischio cancellazione, evitata fortunatamente dallo zoccolo duro di sostenitori tra i quali mi schiero senza vergogna. Molto coraggiosa e altrettanto rischiosa ci appare quindi la scelta di impostare questa quarta stagione come una sorta di reboot dove le realtà dei due universi vengono riscritte senza Peter, morto ancora bambino in entrambi. Ma poi Peter torna e nessuno, da una parte e dall' altra, sa chi sia. Il punto forte di questa quarta stagione è proprio la figura di quest' uomo fuori dallo spazio e dal tempo che cerca un nuovo contatto con le persone che amava e che ora lo guardano con diffidenza e allo stesso tempo cerca un modo per tornare nella sua realtà che potrebbe anche non esistere più. Quindi mentre vengono riproposti eventi accaduti nelle precedenti stagioni in maniera però differente, vecchi nemici minacciano la pace tra i due universi e ritornano vecchie conoscenze in ruoli inediti. Prima di storcere il naso additando questa scelta come una mancanza di idee da parte degli sceneggiatori, c'è da dire che solo alcuni particolari eventi vengono riproposti e la maggior parte delle storie raccontate nei 22 episodi sono nuove e al solito scritte come parte di una trama principale che porta alla luce la vera minaccia per tutti gli universi, in un bell' episodio ambientato in un futuro che siamo certi farà nuovamente capolino nella quinta e ultima stagione. E solo a scrivere "ultima" ho già nostalgia.


-DVD/BLURAY-
Indovinate un po'? Il mercato italiano continua ad ignorare Fringe e pertanto non troverete qui da noi neanche la prima stagione. Il cofanetto della quarta la potete invece ordinare qui.

Monday, October 01, 2012

Qualcuno pensi ai bambini

Martyrs e I Bambini di Cold Rock sono due film molto lontani tra di loro, una distanza che si crea irrimediabilmente quando un regista nato in un determinato contesto cinematografico, l' horror francese nel caso di Pascal Laugier, finisce per rimanere abbagliato dalla luccicante macchina produttiva d' oltre oceano. Non è una novità, certo, l' abbiamo visto succedere anche ad altri illustri colleghi di Laugier con risultati altalenanti ed anche questo non è certo da meno. Pur trattandosi di una produzione franco / canadese / americana, fortemente voluta dall' attrice protagonista Jessica Biel, I Bambini di Cold Rock non ha certo lo stesso impatto del precedente Martyrs, sia in termini di violenza mostrata che di tematiche affrontate. Trattando di bambini scomparsi in una piccola comunità di provincia che sta lentamente morendo dopo la chiusura di una miniera, anche qui non si va molto sul leggero ma a mancare è un necessario approfondimento sui personaggi e sulle loro motivazioni. I bambini sono le vittime ma di chi o di cosa? Su questo ruota l' intera pellicola e su di una figura misteriosa che la gente chiama The Tall Man. Laugier, che scrive anche la sceneggiatura, riesce a creare un convincente alone di inquietudine e costruisce la narrazione con efficaci ribaltamenti che rendono, sulle prime, difficile stabilire chi sia il "cattivo" ma sopratutto fin dove si spinge il confine morale di chi si fa carico di proteggere l' innocenza dei più piccoli. Peccato solo, come si diceva poco sopra, non si affondi mai come si dovrebbe e non si affronti una vera riflessione sociale che rimane abbozzata unicamente nel contesto in cui si svolgono gli eventi. Ed è una cosa che fa perdere di forza anche ad un finale che, confrontato con i twist che reggono la narrazione, appare quasi un anti-climax. Nonostante questa mancanza di concretezza non si può dire che Laugier non abbia fatto comunque un film sufficientemente ambiguo, dando al "boogieman" un ruolo atipico e certamente inedito.

Recensione già pubblicata su CINE20.