Thursday, October 31, 2013

CINE20 - 117^ PUNTATA


Per la notte di Halloween il buon Kusa ci propone, oltre ad un logo speciale per l' occasione, anche la rece di Il Quinto Potere e le news della settimana che vedono tra i titoli più interessanti Captain Phillips, Blancanieves e Miss Violence.
Nei negozi arrivano DVD e Bluray di Evangelion 3.33, ed è subito commozione!
Online qui.


Sunday, October 27, 2013

Lyrics of the Week + Video / ARCADE FIRE - AFTERLIFE



Afterlife, oh my God, what an awful word
After all the breath and the dirt and the fires are burnt
And after all this time, and after all the ambulances go
And after all the hangers-on are done hanging on to the dead lights
Of the afterglow

I’ve gotta know

Can we work it out?
We scream and shout ‘till we work it out
Can we just work it out?
Scream and shout ‘till we work it out?
‘Till we work it out, ‘till we work it out
‘Till we work it out, ‘till we work it out

Afterlife, I think I saw what happens next
It was just a glimpse of you, like looking through a window
Or a shallow sea
Could you see me?
And after all this time
It’s like nothing else we used to know
After all the hangers-on are done hanging on to the dead lights
Of the afterglow

I’ve gotta know

Can we work it out?
Let’s scream and shout ‘till we work it out
Can we just work it out?
Scream and shout ‘till we work it out?

But you say
Oh
When love is gone
Where does it go?
And you say
Oh
When love is gone
Where does it go?
And where do we go?
Where do we go?
Where do we go?
Where do we go?

And after this
Can it last another night?
After all the bad advice
Had nothing at all to do with life

I’ve gotta know

Can we work it out?
Scream and shout ‘till we work it out?
Can we just work it out?
Scream and shout ‘till we work it out?

But you say
Oh
When love is gone
Where does it go?
And you say
Oh
When love is gone
Where does it go?
Oh
When love is gone
Where did it go?
And where do we go?

It’s just an afterlife
It’s just an afterlife
It’s just an afterlife with you
It’s just an afterlife

Thursday, October 24, 2013

CINE20 - 116^ PUNTATA


Preparate il portafoglio o, in alternativa, cominciate a buttare giù la lista per Babbo Natale perchè questa settimana la nuova puntata di CINE20 vi propone una ricchissima sezione home video che comprende nuove uscite e di catalogo tra le quali, Confessions, La Grande Bellezza, L' Uomo d' Acciaio, Il Seme della Follia (finalmente!) e l' edizione de L' Esorcista per il 40° Anniversario.
Mentre il buon Kusa ci propone la recensione di Cattivissimo Me 2, in sala abbiamo il buddy movie Cani Sciolti e il vincitore della Palma d' Oro al Festival di Cannes, La Vita di Adele.
Online qui!

Sunday, October 20, 2013

Lyrics of the Week + Video / ATOMS FOR PEACE - BEFORE YOUR VERY EYES



Look out of the window
What’s passing you by?
If you really want this
Bad enoughYou’re young and good looking
The keys to the kingdom

Sooner or later
Sooner or later
Sooner or later
And before your very eyes
And before your very eyes
And before your very eyes…

Old soul on young shoulders
How you’ll look when you’re older
Time’s fickle card game
With you and I
You have to take your chances
The book of forgiveness

Sooner or later
Sooner or later
Sooner or later
And before your very eyes
And before your very eyes
And before your very eyes…

Sooner or later
And before your very eyes
And before your very eyes
And before your very eyes…

Thursday, October 17, 2013

CINE20 - 115^ PUNTATA


Nella settimana della terza età, le new curate da Kusa ci segnalano l' uscita in sala del nuovo di Luc Besson con Robert DeNiro e Michelle Pfeiffer, ma anche Escape Plan con i "mercenari" Stallone e Schwarzenegger.
Nei negozi invece il travagliato zombi movie World War Z e l' esordio statunitense di Park Chan-wook, Stoker.
Online da queste parti.

Monday, October 14, 2013

DON'T LET GO

Ci sono film la cui importanza si manifesta ancora prima della loro uscita. Film come Gravity di Alfonso Cuaron, ad esempio, che fanno parlare di se fin dalla scelta del cast e per i quali si arriva addirittura a scomodare il Maestro ed il suo 2001 Odissea Nello Spazio. Per quanto Cuaron sia uno che, come già dimostrato ne I Figli degli Uomini, da una grande importanza alla tecnica di regia, il paragone con il capolavoro di Kubrik arriva sopratutto da un punto di vista delle suggestioni trasmesse nel rappresentare e raccontare lo spazio come se fosse davvero l' ultima frontiera, immensa ed affascinante e, allo stesso tempo, pericolosa e terrificante. Nel raccontare la storia di due astronauti abbandonati alla deriva nell'orbita terrestre dopo che il loro shuttle viene gravemente danneggiato dai detriti di un satellite russo, il regista messicano, accompagnato nella sceneggiatura dal figlio Juan, mette l' uomo nella giusta prospettiva nei confronti dell' immensità dello spazio dove, la convinzione della conquista si scontra con la realizzazione di essere una particella infinitesimale nell'infinito, ospite indesiderato in un ambiente ostile nel quale tutto diventa una lotta per la sopravvivenza: Gravity, nel suo strato più superficiale, racconta proprio questo tipo di lotta con un incedere incalzante e tesissimo dove la regia di Cuaron coglie sia la soffocante angustia degli spazi chiusi che la disorientante grandezza della spazio. Il maestoso (e lungo) piano sequenza iniziale, ma anche la spettacolare distruzione dell' ISS, danno l' idea di quello che il regista è riuscito a concepire nella lunga e travagliata produzione del film, una ricerca formale straordinariamente coerente nei movimenti di macchina e nella costruzione sonora di ogni sequenza. Forse solo nel finale ci si abbandona e soluzioni più semplici, difetto che si riscontra anche in una scrittura che spesso sgomita per elargire dettagli sul passato dei protagonisti che forse potevano essere appena accennati senza per questo privarli del giusto spessore. La scelta di essere così diretti (figlia di tanto, troppo, cinema da grande pubblico) smorza l' impatto con la parte più simbolica di Gravity: il dramma attuale della dottoressa Ryan, una sorprendente Sandra Bullock, diventa modo per elaborare un dramma passato. Lo spazio funge quasi da grembo materno, il cui vuoto avvolge come liquido amniotico, e la Terra diventa il luogo nel quale rinascere a nuova vita.

Recensione già pubblicata su CINE20.


Sunday, October 13, 2013

Lyrics of the Week + Video / SUEDE - BEAUTIFUL ONES



High on diesel and gasoline, psycho for drum machine
Shaking their bits to the hits,
Drag acts, drug acts, suicides, in your dad's suits you hide
Staining his name again,
Cracked up, stacked up, 22, psycho for sex and glue
Lost it to Bostik, yeah,
Shaved heads, rave heads, on the pill, got too much time to kill
Get into bands and gangs,

Oh, here they come, the beautiful ones, the beautiful ones
La, la, la, la
Oh, here they come, the beautiful ones, the beautiful ones
La, la, la, la, la


Loved up, Doved up, hung around, stoned in a lonely town
Shaking their meat to the beat,
High on diesel and gasoline, psycho for drum machine
Shaking their bits to the hits,

Oh, here they come, the beautiful ones, the beautiful ones.
La, la, la, la
Oh, here they come, the beautiful ones, the beautiful ones


You don't think about it,
You don't do without it,
Because you're beautiful,
And if your baby's going crazy
That's how you made me,
La, la, la
And if your baby's going crazy
That's how you made me,
And if your baby's going crazy
That's how you made me,

La, la, la, la, la


Thursday, October 10, 2013

CINE20 - 114^ PUNTATA


Gravity si è dimostrato un film davvero importante ed è per questo che trovate su CINE20 di questa settimana il parere mio e quello del socio Kusa.
Tanto, il film da vedere rimane quello di Cuaron visto che le uscite settimanali non suscitano particolare interesse.
In home video invece troviamo l' ottimo Bodyguards and Assassins di Teddy Chen e Effetti Collaterali di Soderbergh.
Online qui, olè.


Tuesday, October 08, 2013

"The lifestyle that everybody kinda wants"

Dopo aver raccontato in Somewhere la vuota esistenza di un attore hollywoodiano che si trascina in una vita di plastica fatta solo di apparenze, Sophia Coppola si ferma ad osservare nel suo ultimo film un gruppo di teenager che hanno come obiettivo ottenere proprio quel tipo di vita. Ispirato ad un articolo di Vanity Fair incentrato su alcuni furti compiuti da un gruppo di ragazzi ai danni di alcune più o meno importanti figure dello spettacolo, Bling Ring traccia un quadro desolante di una generazione abbagliata dalle luci riflesse di uno star system che offre come modelli di riferimento figure vuote e patinate. I giovani raccontati dalla Coppola aspirano ad assomigliare ai loro idoli ed, in qualche modo, vivere la loro vita o almeno un surrogato di essa, festeggiando nelle loro case o possedendo un loro capo firmato. Anche la punizione, inevitabile, diventa per i protagonisti, non un' occasione per interrogarsi sulla moralità delle proprie azioni ma uno step fondamentale nel percorso per ottenere una notorietà poco più che fittizia, spesso coadiuvati e sostenuti da adulti che falliscono nel loro ruolo di genitori o comunque di primari punti di riferimento. Bling Ring è un film che affrontando un argomento attuale come la deriva della MTV e Facebook generation (ed in questo senso fa il paio con Spring Breakers di Korine) arriva dritto al punto e come un cerchio perfetto chiude le proprie riflessioni in maniera precisa e puntuale. Impossibile però non fare qualche doveroso appunto sul corpo centrale del film che sorregge l' inizio e la fine: sembra infatti che, tra l' introduzione del tema portante e del suo naturale esaurimento, il film tenda a girare eccessivamente su se stesso e di conseguenza le azioni stesse dei personaggi risultano unicamente ripetitive senza che apportino davvero qualcosa di significativo alla narrazione. Ne risulta quindi un film tematicamente solido ma strutturalmente riuscito solo a metà.

Recensione già pubblicata su CINE20.


Monday, October 07, 2013

EVANGELION 3.0 su I-FILMSonline

Basterebbero i primi dieci minuti di Evangelion 3.0 per mettere in chiaro almeno un paio di aspetti di tutta l' operazione "Rebuilt". Innanzitutto troverebbero valida giustificazione gli enormi ed interminabili tempi di produzione. Riferendosi alle date di uscita nelle sale giapponesi, tra un film e l' altro non passano meno di due anni ma, considerando poi la distribuzione internazionale, i tempi si allungano ancora di più. Tra Evangelion 1.0 ed il suo diretto seguito però c'è quasi un abisso a livello tecnico e, cosa davvero incredibile, con il terzo si punta ancora più in alto: la sequenza d' apertura nello spazio è un biglietto da visita che non può lasciare indifferenti ed è solo l' inizio perchè la pellicola ha altre frecce al suo arco. Il secondo aspetto riguarda le intenzioni di Anno verso il suo pubblico che si divide principalmente in una fan base importante, costruita con l' opera originale serializzata per la TV, e lo spettatore che si avvicina al complesso universo di Evangelion con questi film. Due tipologie di pubblico insomma che si percepiscono l' opera in maniera totalmente differente ma che Anno decide di mettere allo stesso livello con una mossa che forse non si dovrebbe considerare neanche troppo inaspettata, una scelta di sceneggiatura che letteralmente toglia la sedia da sotto al sedere a tutti quanti. Gli eventi di Evangelion 3.0 infatti, si svolgono quattordici anni dopo quelli del precedente film aprendo la strada ad uno scenario completamente inedito: il mondo porta le ferite dell' ennesima scampata catastrofe e anche i personaggi appaiono cambiati e segnati da eventi che possiamo solo immaginare perchè Anno non si prende il tempo per raccontarceli, si limita a suggerirceli concentrandosi invece sul protagonista Shinji, suo malgrado artefice di tutto quanto e pedina in una partita più grande di lui. Una scelta radicale accompagnata da una sceneggiatura forse un po' sbilanciata nei tempi narrativi ma sulla cui validità dovremo aspettare di emettere un giudizio completo solo dopo aver visto il quarto ed ultimo film, seconda parte di quello che è, nelle intenzioni fin dal principio, il capitolo finale. Scemato lo shock e l' effetto meraviglia, esaminando queste prime tre pellicole nel loro complesso ed a mente fredda, appare sempre più plausibile la possibilità che l' anime Neon Genesi Evangelion e la Rebuild, non siano opere poi così separate e ciò che le accomuna sia molto di più di un semplice remake. Dettagli sparsi, dialoghi messi in bocca a personaggi chiave, lasciano intendere che quella di Evangelion sia una storia ciclica, finisce e ricomincia uguale ma allo stesso tempo diversa  Come se nel pessimismo con il quale il regista giapponese ha intriso la sua opera ci fosse uno spiraglio per il cambiamento, per operare scelte diverse, per trovare il coraggio di abbattere quelle barriere che rendono l' uomo incapace di avvicinarsi ad un suo simile senza la paura di ferire e rimanere feriti. Accettare i propri limiti senza dover sacrificare tutto per puro egoismo. Una cosa che Anno suggerisce fin dalle prime dichiarazioni all' uscita del capitolo iniziale:
"Ho l' impressione che io stia creando un' opera migliore della precedente. Eva è una storia che si ripete. E' la storia di un protagonista che, malgrado la reiterazione delle stesse esperienze, si rialza costantemente. E' la storia di un tentativo, quello di avanzare, di procedere almeno solo di un passo."
Recensione già pubblicata su I-FILMSonline.

Sunday, October 06, 2013

Lyrics of the Week + Video / BADFINGER - BABY BLUE



Guess I got what I deserved
Kept you waiting there too long, my love
All that time without a word
Didn't know you'd think that I'd forget or I'd regret
The special love I had for you, my baby blue

All the days became so long
Did you really think, I'd do you wrong?
Dixie, when I let you go
Thought you'd realize that I would know
I would show the special love I have for you, my baby blue

What can I do, what can I say
Except I want you by my side
How can I show you, show me the way
Don't you know the times I've tried?

Guess that's all I have to say
Except the feeling just grows stronger every day
Just one thing before I go
Take good care, baby, let me know, let it grow
The special love you have for me, my Dixie, dear.

Friday, October 04, 2013

CINE20 - 113^ PUNTATA


Al 113 non risponde la Polizia ma la nuova puntata di CINE20 che si apre con la recensione del non completamente riuscito ultimo film della Coppola, Bling Ring.
Per le news curate dal buon Kusa, troviamo un titolo attesissimo e probabilmente una delle pellicole fondamentali dell' anno, Gravity di Alfonso Cuaron.
Nulla da segnalare tra gli scaffali dell' home video.
Siamo online qui.

Wednesday, October 02, 2013

"The closer you are to death, the more alive you feel"

Già ai tempi di Frost/Nixon, la coppia regista-sceneggiatore Ron Howard e Peter Morgan misero in scena un entusiasmante duello che vide protagonisti David Frost, noto presentatore britannico, e l' ex Presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, nel loro "confronto" verbale durante la famosa intervista post scandalo Watergate. Considerato che il film in questione non ha probabilmente ricevuto le attenzioni e le celebrazioni che senza dubbio merita, fa piacere rivedere Howard e Morgan nuovamente insieme per raccontare un altro storico duello questa volta in pieno ambito sportivo. Perchè si sa, nello sport, le accese rivalità creano i miti e le leggende, e forse qui è proprio di due di queste che parliamo: James Hunt e Niki Lauda. I due piloti, interpretati in maniera convincente e sorprendente da Chris Hemsworth e David Bruhl, hanno segnato indelebilmente con la loro rivalità, che si rifletteva durante i testa a testa nei circuiti di tutto il mondo, il periodo d' oro di uno sport che non era ancora stato fagocitato dal circuito mediatico e dai capitali impressionanti che ci vengono investiti oggi. C'erano gli uomini, le loro macchine e quella scintilla di follia che li portava a mettere in gioco la propria vita per essere di pochi decimi di secondo davanti a tutti gli altri. Ed in questo caso gli uomini non potevano essere così unici e così diversi tra loro, sia nel privato che in ambito professionale, tanto da diventare quasi complementari l'uno con l' altro. Il regista americano, partendo dal tragico incidente che coinvolse Lauda nell'agosto del '76, traccia un percorso preciso e dai tempi narrativi praticamente perfetti nei quali inserisce gli avvenimenti personali, successi e fallimenti dei suoi personaggi raggiungendo i momenti topici delle vite di entrambi rifuggendo quasi sempre la ricerca forzata del climax. Questo non significa che Rush sia "emotivamente" sotto tono, anzi, le emozioni ci sono ma fanno parte di un insieme che include anche la straordinaria ricostruzione di un epoca che pare lontana anni luce. Naturalmente le sbavature non mancano: la solita rappresentazione da macchietta degli italiani e qualche situazione o dialogo dove si cerca la facile risposta emotiva del pubblico, sono gli unici difetti davvero identificabili in un quadro generale davvero positivo per un film hollywoodiano che punta al Cinema e non solo a fare cassa.

Recensione già pubblicata su CINE20.


Tuesday, October 01, 2013

IP MAN secondo Wong Kar-Wai

Da qualche anno a questa parte il cinema cinese, e quello di Hong Kong in particolare, ha mostrato un profondo interesse per la figura di Ip Man, esponente tra i più importanti del Wing Chun, tra i più conosciuti stili di kung fu. Per lo più introdotto ad un pubblico occidentale come il maestro di Bruce Lee, Ip Man si è rivelato, nelle componenti biografiche dei film a lui dedicati, una importante figura storica e sociale negli anni che videro la Cina divisa da una guerra civile e poi segnata dall'invasione Giapponese. Ip Man e Ip Man 2, diretti da un Wilson Yip al suo primo grande progetto commerciale, sono dei grandissimi film di arti marziali che si concedono più di qualche licenza nel raccontare gli episodi dalla vita del Maestro, ma soprattutto si dimostrano particolarmente parziali nel rappresentare lo scontro culturale Cina-Giappone, Cina-Inghilterra. The Legend is Born - Ip Man e Ip Man The Final Fight sono invece i due lungometraggi diretti da Herman Yau che, nel primo racconta le origini del personaggio mentre nel secondo, biograficamente il più preciso dei quattro, si concentra sugli anni trascorsi ad Hong Kong fino alla sua morte. Dopo una produzione lunga e forse non priva di intoppi, anche il grande Wong Kar-Wai mette il suo talento a favore di questa fondamentale figura mostrandosi però poco propenso a rimanere ingabbiato in un genere preciso: vertiginose ellissi relegano il biopic a frammenti tra le pieghe della Storia ma soprattutto a quelle singole storie dei personaggi, Ip Man (dopo Donnie Yen e Antony Wong, questa volta interpretato da Tony Leung) e Gong Er (una splendida Zhang Ziyi), le cui vite si toccano come in una danza la cui precisione e quasi sinonimo delle discipline marziali di cui entrambi sono depositari: The Grandmaster, nella sua potente componente melodrammatica, racconta in sostanza di un amore negato, destinato a rimanere soffocato da tradizioni, vendette e gli orrori della guerra. Se da un punto di vista della regia Kar-Wai sale semplicemente in cattedra e ci delizia con alcune meravigliose sequenze che sarebbe troppo riduttivo definire unicamente come di "combattimento", rimangono alcune sostenute riserve su di una sceneggiatura che pare quasi sfoltita di alcune sue appendici, tanto da introdurre alcune figure importanti per poi lasciarle relegate a strettissimi ruoli marginali. Ma è grosso modo una generalizzata ed eccessiva frammentazione del corpo narrativo a non convincere davvero del tutto. Siamo dalle parti di un cinema importante che vorremo vedere sempre più spesso ma lontani dal migliore Wong Kar-Wai.

Recensione già pubblicata su CINE20.