Monday, January 27, 2014

IL VALORE DI UN UOMO

La quantità di critiche (e non si includono certe quelle strettamente legate al campo cinematografico) che riceve un film in grado di parlare del nostro disastrato Paese mettendone in luce quegli aspetti che si preferirebbero nascondere come polvere sotto ad un tappeto è direttamente proporzionale alla sua importanza. Il Capitale Umano di Paolo Virzì rientra in questa categoria in quanto riesce a fare un ritratto attuale di un Italia sull'orlo del fallimento attraverso una sceneggiatura che, adattata dal romanzo omonimo di Stephen Amidon, incastra le storie di tre personaggi le cui vicende sono strettamente collegate le une con le altre. Tutto parte da un ciclista investito da un SUV e lasciato moribondo sul ciglio della strada, per passare a raccontare le vicende di Dino e al suo avido desiderio di arricchirsi "facilmente" con i fondi fiduciari per entrare a far parte di un mondo che per estrazione sociale non gli appartiene. C'è poi Carla, che ha rinunciato alla possibilità di diventare un attrice teatrale per la comoda ma vuota vita di moglie di un ricco uomo d' affari, e Serena, figlia di Dino, vero punto di rottura con questo mondo dove tutto è capitalizzato, anche la vita umana. L' intreccio funziona anche se non tutti i capitoli hanno la stessa forza come, ad esempio, quello di Serena che, nonostante funga da raccordo definitivo per sbrogliare gli eventi dietro il ciclista investito, non risulta altrettanto incisivo nel portare al film ulteriori elementi per le riflessioni già imbastite. Stesso discorso per i personaggi, straordinariamente funzionali, anche quelli secondari, mentre alcuni rappresentati in maniera talmente eccessiva da risultare quasi caricaturali. Per il resto Il Capitale Umano rappresenta esattamente quel che vorremo vedere sempre più spesso nel cinema italiano, film  anche imperfetti ma ben diretti e altrettanto recitati, capaci anche di affrontare temi che colpiscono senza remore dove fa male.

Recensione già pubblicata su CINE20.


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